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CENNI STORICI

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Il Comune di Viticuso, prevalentemente montuoso, è situato a 860 m s.l.m.

Il paesaggio è vario e suggestivo,  le alture si intervallano ad ampie vallate con  sentieri alberati, ideali per lunghe passeggiate.

Intorno al 1007 il Conte di Venafro iniziò la costruzione del Castello, sulla collina adiacente al Lago di Viticuso, proprio dove ora si estende il paese.

L’Abate di Montecassino però, ne ordinò la distruzione e, la ricostruzione da parte dei Conti di Venafro si ebbe intorno al 1031 e proprio uno di essi, il Conte Paldo ne donò una parte a Montecassino, mentre il trasferimento totale si ebbe nel  1105, attraverso un vero e proprio atto di donazione, (Convenzione tra l’abate Oderuisio e il Conte Ugone di Molise circa il castello di nome Viticuso) che a differenza delle altre donazioni fatte dal conte di Venafro a Montecassino, non si limitava solo ad un passaggio di proprietà, ma era una vera e propria alleanza militare, infatti donando Viticuso il conte di Venafro riusciva ad assicurarsi  la difesa del resto del suo contado.

A quel punto Montecassino iniziò un vasto piano di sboschimento, bonifica  e messa a coltura dell’intera zona, così da favorire l’immigrazione massiccia dei coloni, soprattutto  dalle regioni vicine, (Ciò spiega la evidente somiglianza tra il dialetto viticusano e quello di alcuni paesi dell’alto Molise e dell’Abbruzzo, come pure le evidenti differenze con quello di Acquafondata ) che si cominciarono a spargere nelle campagne.

Viticuso è caratterizzato anche da numerose masserie, che rappresentano, una testimonianza  d’insediamento tipica dei Benedettini.

Nel XII sec.,  ci furono degli scontri con i conti d’Aquino che portarono l’Abate Gerardo, nel 1114 a fortificare Viticuso, attraverso la costruzione di solide mura e alte torri che rimasero fino alla fine del Medioevo.

Fu l’Abate Bernardo I Ayglerio a riordinare i possedimenti ed a fissare le norme amministrative, economiche  e finanziarie che regolavano i rapporti tra abbazia e popolazione Viticusana.

Dopo una serie di eventi infelici, comprese carestie e terremoti, tra cui il più grave nella domenica del 1231, una lieve demografica ed economica ripresa si ebbe intorno al settecento.

Con decreto del 4 maggio 1811 il re Gioacchino Murat istituì il Comune di Viticuso con le frazioni di Acquafondata e Casalcassinese, ma con sede municipale a Viticuso.

Nel 1863 al comune fu data la denominazione di “Comune di Viticuso ed Acquafondata”, ma con deliberazione di Consiglio comunale del 25 febbraio 1869, la sede municipale fu trasferita nella frazione di Acquafondata.

Solo nel 1902  in seguito a forti ribellioni dei cittadini fu creato il Comune di Viticuso autonomo.

Successivamente nel 1927 si tentò di riunirli, ma il tentativo fallì, anche se entrambi entrarono a far parte della Regione Lazio e non più della Campania.

I fenomeni del brigantaggio, nato sotto forma di ribellione politica, e successivamente spinto dalla povertà del meridione provocarono gravi danni al territorio.

Il Governo italiano nel 1861 iniziò la repressione del brigantaggio in modo crudele e spietato, tanto che spesso ciò provocò la distruzione di interi villaggi.

Nel nostro villaggio il brigante più famoso, passato alla storia fu Domenico Fuoco (ladro assassino e stupratore) nato nel 1837 a S. Pietro Infine, il quale era considerato forte e pericoloso, ed era riuscito a sfuggire a chiunque avesse voluto catturarlo, ma in fine morì stupidamente ucciso nel sonno da un suo prigioniero che gli tagliò la carotide con l’arma del brigante stesso.

Testimonianze dell’esistenza del castello sono rimaste fino all’ultima guerra (1940-1945), quando le ultime tracce furono eliminate in quanto considerato pericolante.

POICHE’ VI SONO MOLTI EVENTI STORICI COLLEGATI CON LA BATTAGLIA DI MONTECASSINO, IL NOSTRO COMUNE E’ ENTRATO A FAR PARTE DEL “COMITATO BATTAGLIA DI MONTECASSINO”